Come visitare il Castello di Menaggio, una passeggiata intorno alle mura dell'antica fortezza costruita nel decimo secolo dopo Cristo.

Il nostro percorso inizia al chiosco Boat Tour, di fronte al Hotel du Lac. 
Di fronte a voi trovate il porticato della pescheria Tosi, sopra gli archi è visibile con un grande dipinto raffigurante la Pesca Miracolosa narrata nel Vangelo secondo Luca. Il pittore menaggino Bruno Azimonti ha voluto omaggiare così una delle più antiche attività del borgo. 

Questo edificio era l'antico ingresso antistante il porto di Menaggio. Dovete immaginare questo come unico approdo a lago e cancellare l’intera Menaggio lungolago, sviluppatasi dopo il Settecento. Da questo portale la città si diramava verso l’alto, aprendosi a cono, fino ad abbracciale le mura dell’antico castello sovrastante; abbiamo prove che le piccole stradine che ora percorriamo fossero spesso cunicoli sotterranei. Il castello fu distrutto dai grigioni nelle guerre religiose medioevali. 

Bene, entrate nella piccola via fra la pescheria Tosi e il negozio di Aldo Savorani, noterete subito un cartello che indica la Fortezza, abitato di struttura medioevale. Pochi metri dopo, alla vostra sinistra, è visibile una porta ad arco chiusa da una grata. Date un’occhiata per vedere come erano le vecchie abitazioni medioevali, in fondo a questa stanza ci sono anche delle celle, resti di una probabile prigione.
Usciti dalla strettissima via delle Rose attraversiamo la carreggiabile e saliamo dritti per via Caroni, costeggiando la chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
La chiesa, situata nel centro storico, è un edificio che risale al '700. É una costruzione in tre navate, con affreschi del Tagliaferro, oltre a diverse opere notevoli della scuola lombarda e fiamminga. L’altare è circondato da settecenteschi medaglioni in rame a olio.

Ci incamminiamo nella piccola strada a fianco alla chiesa, via Enrico Caronti da Blevio e giriamo alla prima via a destra, via Leone Leoni. Qui, alla vostra destra, trovate il negozio che vende il tradizionale liquore Canaja de Menas. Canaja, in dialetto locale, significa canaglia. I menaggini furono appellati come canaglie da Martin Lutero in seguito a un presunto voltafaccia del paese al famoso teologo e riformatore tedesco.
Ritroverete spesso il nome Canaja fra le varie attività commerciali del paese; se volete noleggiare una bici elettrica rivolgetevi a Canaja Ebikes.

Poco più avanti trovate il negozio KodaK sulla destra: pensate che questa era l’entrata dell’antica chiesa parrocchiale di Santo Stefano; infatti, proprio qui passava la Via Regina e l’abside era quindi rivolto verso il lago. Provate a curiosare tra le foto storiche esposte: ritraggono i personaggi famosi che frequentavano Menaggio negli anni passarti; non troverete star del cinema e influencer alla moda, ma piuttosto politici e personaggi di spessore intellettuale come il cancelliere tedesco Adenauer

Di fronte alla KodaK, al civico 9, un pannello fotografico vi racconta l’epopea della vecchia ferrovia Menaggio-Porlezza, oggi dismessa e divenuta pista ciclabile.
Il trenino serviva soprattutto per i trasporti commerciali e ai primi turisti inglesi. Fin dall’Ottocento esisteva un sistema all’avanguardia che organizzava i trasporti fra laghi lombardi e svizzeri, un grande progetto di interconnessione fra il Lario, il lago di Lugano e il lago Maggiore. I turisti inglesi arrivavano a Lugano in treno, la stazione ferroviaria era proprio antistante il porto. Con il battello attraversavano il lago di Lugano e raggiungevano Porlezza, dove partiva questa ferrovia per Menaggio. Una volta giunti a Menaggio potevano spostarsi agevolmente nelle altre zone lariane in battello, non a caso la vecchia stazione di questa ferrovia era sita nell’attuale pompa di benzina di Menaggio, proprio di fronte all’imbarcadero.
Il trenino a scartamento ridotto e locomotiva a vapore fece il suo primo viaggio il 17 novembre 1884 per terminare il suo servizio dopo solo 55 anni, all’inizio della Seconda guerra mondiale.
Questo trenino fu molto utilizzato anche dai giocatori di golf. Proprio qui a Menaggio esiste il secondo golf club più antico d’Italia, costituito da inglesi e commercianti in seta; a capo della cordata fu il banchiere Enrico Mylius, primo presidente. 

Dopo pochi metri arriviamo a un bivio, dove notate un pannello del percorso D, in itinerario dedicato alle ultime ore di Benito Mussolini, che in questa zona venne catturato e giustiziato. 

Link per chi volesse approfondire:
PERCORSO A: LE VIE DELLA SALVEZZA VERSO LA SVIZZERA.
PERCORSO B: I PERCORSI PARTIGIANI TRA I DUE LAGHI.
PERCORSO C: I PERCORSI PARTIGIANI IN ALTO LAGO.
PERCORSO D: LE ULTIME ORE DI MUSSOLINI.
Clicca QUI per saperne di più. 

Giriamo a sinistra e saliamo per la via Castellino da Castello. L’edificio bianco alla vostra sinistra, al civico 1, ospitò Benito Mussolini nella sua penultima notte di vita.
Questa via saliva direttamente verso il castello ed era la via principale di Menaggio. Qui vivevano le famiglie più facoltose, notate infatti l’importanza dei portali e dietro a queste mura aspettatevi piscine e sontuosi giardini.
Al civico 17 notate una bellissima villa eclettica, sullo stile della Villa la Gaeta.
In cima alla collina potete iniziare a intravedere la maestosa costruzione fatiscente edificata nell’Ottocento dalla famiglia milanese Castelli sulle rovine del vecchio castello.

Arriviamo a un incrocio e qui salgono due strade.
A Sinistra una scalinata e a destra prosegue la via in salita.
Davanti a voi sorgono le mura della rocca originale, nucleo del castello storico

Segnaliamo due curiosità:

Qui, alla vostra destra, notate una casa con una targa in marmo: la casa natale di Gabriele Malagrida. Ma chi era?
Gabriele fu un missionario gesuita italiano, molto amato nelle colonie portoghesi del Brasile e figura influente nella vita politica della corte reale di Lisbona. Gabriele aveva però un nemico a corte, era il primo ministro Carvalho, il futuro marchese di Pombal.
Carvalho stava cercando di ricostruire Lisbona dopo il terremoto del 1755, che Gabriele predicava essere la punizione di un Dio giusto su un popolo peccatore. Carvalho si inferocì per la critica implicita al governo e convinse il re José a far allontanare tutti i gesuiti dalla corte. Non contento, grazie anche all’influenza del fratello capo della Santa Inquisizione Spagnola, riuscì poi a far condannare Gabriele per eresia.
Il missionario fu bruciato a Lisbona, insieme con altre trentadue persone, il 21 settembre 1761.

La seconda curiosità riguarda l’ingresso davanti a voi, un arco chiuso da un cancello verde. Era l’ingresso dell’asilo nido Mantero, uno dei più antichi della provincia di Como, voluto dalla famiglia Mantero (famosi produttori di seta) a servizio delle loro lavoratrici.
La prima seteria Mantero nacque proprio a Menaggio, in un’ansa sul fiume Senagra proprio qui vicino. Lavoravano qui 400 donne, divise in tre turni. La seteria era produttiva ventiquattrore su ventiquattro.

Quindi, siete ad un bivio. La strada che prenderete alla vostra destra girerà intorno alle mura del Castello di Menaggio e ritornerete in questo punto dalla scalinata che scende dalla vostra sinistra. Ecco, non aspettatevi un vero e proprio Castello, ma quel che rimane delle sue mura perimetrali. 
L’antico castello risale al X secolo ed era considerato inespugnabile. Fu assediato e distrutto dai Grigioni e decadde definitivamente durante la dominazione spagnola. 
Bene, continuando quindi il cammino alla vostra destra, godetevi la semplice passeggiata nel cuore medioevale di Menaggio. Una delle meraviglie è la piccola Chiesa di San Carlo, fatta costruire nel 1612 sui ruderi dell’antico castello. Dopo pochi metri saranno ben visibili le mura perimetrali dell’antica fortezza. Scendete la piccola scalinata a sinistra e prendete via fabbri, tornando così alla casa di Gabriele Malagrida.